La vendetta postuma di Emilio Praga, maledetto poeta

Il 18 dicembre è il compleanno di Emilio Praga, nato ne sobborgo milanese di Gorla nel 1839 e morto a Milano il  26 dicembre del 1875 a trentasei anni, consumato dall’alcol. Praga è stato uno dei primi artisti italiani irretito dalla bohème parigina e dalle Fleurs du Mal di Baudelaire, prototipo del poeta maledetto che gradualmente si lascia andare alla deriva, rimanendo solo con qualche amico e un mucchio di manoscritti inediti, a testimonianza d’una vita che fu combattuta.

In sua memoria leggo una poesia tratta dal libro Penombre (1864). Si intitola Vendetta postuma, ed è direttamente ispirata a Rimorso postumo di Baudelaire (Les fleurs du mal, XXXIII), componimento in cui il poeta francese immagina una bella tenebrosa in un sepolcro, alla quale – si augura nell’ultima strofa – il verme roda la pelle, come un rimorso. Nella poesia di Praga l’io lirico si rivolge direttamente all’amata, immaginata già cadavere nell’atto di ripensare all’amore passato, alla vita insieme e alle promesse non mantenute. Evidentemente si tratta, come dice il titolo, di una “vendetta” per un amore finito male. Ed ecco, a seguire, le sei strofe di quattro versi a rima alternata (ABAB), endecasillabi il primo e il terzo, settenario il secondo e quinario il quarto:

Quando sarai nel freddo monumento
immobile e stecchita,
se ti resta nel cranio un sentimento
di questa vita,

ripenserai l’alcova e il letticciuolo
dei nostri lunghi amori,
quand’io portava al tuo dolce lenzuolo
carezze e fiori.

Ripenserai la fiammella turchina
che ci brillava accanto;
e quella fiala che alla tua bocchina
piaceva tanto!

ripenserai la tua foga omicida,
e gli immensi abbandoni;
ripenserai le forsennate grida,
e le canzoni;

ripenserai le lagrime delire,
e i giuramenti a Dio,
o bugiarda, di vivere e morire
pel genio mio!

E allora sentirai l’onda dei vermi
salir nel tenebrore,
e colla gioia di affamati infermi
morderti il cuore.

Il poeta si rivolge dunque alla donna amata, immaginata nel futuro, già morta, quando ripenserà al passato, a quando era vivo il loro amore, e il poeta le portava carezze e fiori. E ripenserà alla fiamma blu accanto al letto e alla fiala il cui contenuto le piaceva tanto, e poi le verrà in mente la furia del suo amore e gli abbandoni, le grida da pazza e le canzoni, i pianti deliranti e la promessa, non mantenuta, di vivere e di morire per il suo amato. Ma allora – questa è la vendetta del poeta – sarà troppo tardi perché i vermi le morderanno il cuore.

E noi ci vendichiamo del poeta con un esercizio facile facile: Scrivi una risposta al poeta mettendoti nei panni della donna a cui è rivolta la poesia. È ora che qualcuno gli risponda per rime, a quel maledetto poeta!

NOTA: Altre poesie di Praga e degli altri scapigliati si possono reperire facilmente nel bel volume La poesia scapigliata, a cura di Roberto Carnero, Rizzoli 2007.

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