Le storie siamo noi (e cinque)

Dopo due giorni assai faticosi sono rientrato a Grosseto. Due giorni vissuti pericolosamente, trascorsi a Firenze per organizzare e gestire insieme a Federico Batini il convegno “Le storie siamo noi”.

Ci siamo trovati in tanti: duecento partecipanti venuti da ogni parte d’Italia e tanti relatori. Abbiamo cominciato nel 2007 a Grosseto e ad Arezzo, insieme a Paolo Jedlowski, Andrea Smorti, Giuseppe Mantovani e altri studiosi che sono poi diventati amici e amiche con cui condividere la passione per le storie e per l’approccio narrativo alle scienze e alle pratiche sociali.
Quest’anno, per la prima volta, ci siamo dati un tema specifico: Neet e droput, due categorie usate dalle scienze sociali per definire, rispettivamente, i giovani che non lavorano e non studiano, e gli studenti che abbandonano il percorso di studi. Sono categorie sfuggenti, che dicono molto soprattutto sul punto di vista di chi le ha create, capace solo di evidenziare che cosa queste persone NON sono o cosa NON fanno.
Abbiamo cercato di parlarne in modo approfondito e pacato, condividendo idee, strumenti e esperienze. Se vi interessa saperne di più andate sul sito del convegno, altrimenti accontentatevi di sapere che io sono stanco e pieno di gratitudine per tutti coloro che hanno partecipato.

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